Weekly Playlist N.03 (2024)

 

Gli ultimi giorni d’inverno sono perfetti per rallentare un pochetto, tirare i remi in barca dedicandosi a qualche attività estemporanea col proposito di riprendere con la tabella di marcia una volta arrivati marzo, la primavera ed i primi caldi (che a ben vedere sono di tanto in tanto già qui a prenderci di sorpresa anche quest’anno); e ciò, nel magico mondo dei musicofili d’ogni estrazione, si configura nel pericoloso fenomeno del riascolto compulsivo. Qualsiasi sia la lieta occasione, magari un’esibizione live, una qualche pubblicazione più o meno necessaria oppure una (colpo di tosse) puntuale ricorrenza, Pagan Storm Webzine consiglia soltanto di non indulgere troppo nel sicuro ventre del passato dimenticandosi della naturale predisposizione alla sfida che un appassionato di musica estrema dovrebbe per definizione avere. A riprova di questo, la scaletta che avrete già adocchiato e avrete già inteso essere un tuffo nella grande Storia del Black Metal non si sottrae dallo sbattere in apertura i venti minuti di nordica epopea racchiusi, sotto l’etichettatura di “Þistill”, nella seconda metà del mini Hermalausaz”: ve lo ricordate, l’EP rilasciato lo scorso dicembre dai quei bravi ragazzi di nome Árstíðir Lífsins, nevvero? In ogni caso affinate le orecchie, ed oltre alle prodezze degli islandesi non perdetevi il II: Chemognosis – A Shortcut To Mushrooms” che segna l’esordio su formato esteso dei tedesconi Boarhammer, la cui ricetta in odor di Cultes Des Ghoules maggiormente caciaroni potrebbe solleticarvi in vari punti del corpo esattamente come ha fatto con parecchi di noi il maleodorante assaggio “Skeins Of Demented Magick”, ultima effettiva ventata d’aria fresca di oggi prima dell’immersione nelle profondità dell’archeologia nera. Archeologia poi neanche tanto, dato che degli otto ripescaggi odierni ben tre grandi dischi compiono i dieci anni precisi, e di questi ben due battono bandiera Northern Silence Productions; di diritto tra le etichette odierne più attente alla qualità proposta, soprattutto in quegli anni, il marchio tedesco ci ricorda le uscite ad inizio 2014 di Solens Vemod”, fulminante debutto dell’incompresa creatura svedese Nasheim oggi incarnatosi in “Att Av Ödets Trådar Väva Sorg”, e del parimenti affascinante As The Stars” la cui “And If All The Stars Faded Away” è piccolo-grande manifesto del perché, ogni volta si citi l’istituzione in fatto di desolazione australiana Woods Of Desolation, sia anche buona norma levarsi il cappello. A corredo dei due decennali così se ne aggiunge infine un terzo, un debutto sulle pagine della Webzine che inserisce tra i nostri tag il nome dei franco-belgi We All Die (Laughing) il cui unico nato, e cioè l’album monotraccia Thoughtscanning”, taglia anch’esso il traguardo della decade di esistenza e costringe la redazione ad includerne l’interezza per una mezz’ora finale forse non per tutti – ma d’altro canto sentitissima così come è usanza qui da noi. Dal contemporaneo si passa ora al moderno, prima con un altro EP intitolato Malevolent Grain” e messo in commercio tre lustri or sono dai Wolves In The Throne Room, poi con quello che potremmo senza problemi definire un classico dei giorni nostri se solo non fossero trascorsi ben vent’anni dalla pubblicazione di Si Monvmentvm Reqvires, Circvmspice” dei Deathspell Omega: “Hate Crystal” fa le veci degli statunitensi e del primo dei loro sempre eccellenti mini-album, mentre gli incubi messi in musica dai francesi rivivono su “Blessed Are The Dead Whiche Dye In The Lorde” ed inquietano come se non fosse passato  neanche un giorno. Questo è in fondo il tratto distintivo di tutti i veri capolavori, siano essi venuti fuori nel disgregato panorama del 2004 oppure nel bel mezzo del big bang iniziato prima e terminato dopo l’iconico 1994 dove, non dobbiamo certo dirvelo noi, il mondo venne scosso da opere destinate a formare l’ABC di un intero genere musicale; persino dei semplici demo potevano diventare capitoli seminali, come fu per il …From The Pagan Vastlands” prologo alla controversa carriera dei polacchi Behemoth, ricordato sulle note di “The Dance Of The Pagan Flames”, mentre dalla Norvegia giungevano manufatti su cui generazioni di appassionati avrebbero basato non solo dei canoni sonori tutt’ora in vigore, ma tutta una mitologia dotata di suoi eroi, dèi e mostri. “Slottet I Det Fjerne” e “Cosmic Keys To My Creations And Times” ne sono rappresentazione ultima, a malapena rinchiudibile nei limiti delle sette note violentate da Darkthrone, Emperor ed il resto delle legioni discese sul sentiero di guerra trent’anni addietro, armate di fame transilvanica ed in piena marcia sotto l’eclisse notturna.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Árstíðir Lífsins“Þistill” (from Hermalausaz” (EP), Ván Records 2023)

2. Boarhammer“Skeins Of Demented Magick” (from II: Chemognosis – A Shortcut To Mushrooms”, Naturmacht Productions 2024)

3. Nasheim“Att Av Ödets Trådar Väva Sorg” (from Solens Vemod”, Northern Silence Productions 2014)

4. Darkthrone“Slottet I Det Fjerne” (from Transilvanian Hunger”, Peaceville Records 1994)

5. Deathspell Omega“Blessed Are The Dead Whiche Dye In The Lorde” (from Si Monvmentvm Reqvires, Circvmspice”, Norma Evangelium Diaboli 2004)

6. Woods Of Desolation“And If All The Stars Faded Away” (from As The Stars”, Northern Silence Productions 2014)

7. Behemoth“The Dance Of The Pagan Flames” (from …From The Pagan Vastlands” (Demo), Pagan Records 1994)

8. Wolves In The Throne Room“Hate Crystal” (from Malevolent Grain” (EP), Southern Lord Recordings 2009)

9. Emperor“Cosmic Keys To My Creations And Times” (from In The Nightside Eclipse”, Candlelight Records 1994)

10. We All Die (Laughing)“Thoughtscan” (from Thoughtscanning”, Kaotoxin Records 2014)

Michele “Ordog” Finelli

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